13 apr 2011

Per interrompere il silenzio

Sono sempre più le voci che si levano nella Chiesa cattolica per manifestare il turbamento e il grave disagio di quanti si sentono parte viva della comunità ecclesiale e, per questo, sentono il dovere di interrogarsi, di reagire, di non stare in silenzio e chiedono giudizi evangelici, non opportunistici e diplomatici, sulla situazione politica ed ecclesiale italiana.
Da tempo infatti manca, da parte di larghi settori della gerarchia, un giudizio chiaro sulla crescente ingiustizia sociale, sul rifiuto ostentato di solidarietà e sul razzismo mostrato verso i migranti, sulla corruzione della vita pubblica, sulla immoralità di modelli di vita basati sulla ricchezza e sul potere che in vario modo vengono proposti ed esaltati.

Anche nella nostra Chiesa fiorentina alcuni interventi hanno dato voce a questo profondo disagio che sappiamo bene, e non da oggi, essere diffuso e crescente, ragione non secondaria di distacco silenzioso di molti fratelli e sorelle dalla vita della comunità ecclesiale. A tutte queste voci noi ci associamo e ci sentiamo in dovere di aggiungere il nostro contributo, al fine di promuovere il formarsi di un’opinione pubblica all’interno della Chiesa cattolica, della quale in molti ormai avvertono la necessità. Ci sentiamo sollecitati in questo anche da quanto hanno scritto alcuni nostri preti diocesani, quali don Fabio Masi, parroco di Santo Stefano a Paterno, don Giacomo Stinghi, parroco della Madonna della Tosse e don Silvano Nistri, già parroco di San Martino a Sesto Fiorentino. Scrive ad esempio don Masi, in un suo articolo: “questo è un momento di grande sofferenza per chi ama la Chiesa e la società [...] ci si potrebbe aspettare che la Chiesa contribuisse ad aprire orizzonti di speranza; invece arrivano di continuo notizie di fronte alle quali si resta esterrefatti e avviliti” (Se la chiesa si appiattisce sull’opportunità politica, “La Repubblica” 26 febbraio 2011).

In questa situazione noi pensiamo che sia necessario ed urgente riprendere il riferimento forte al Concilio là dove si afferma: “la Chiesa si serve di strumenti temporali nella misura in cui la propria missione lo richiede. Tuttavia essa non pone la sua speranza nei privilegi offertile dall’autorità civile. Anzi essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza o nuove circostanze esigessero altre disposizioni” (Gaudium et Spes 76) .
Non è davvero questa l’immagine che la Chiesa italiana ha dato di sé in questi anni.
Per questo ci sentiamo in sintonia con la riflessione di don Severino Dianich: “Se in questi ultimi decenni il dialogo con il mondo contemporaneo si è fortemente deteriorato, questo è avvenuto anche perché troppo spesso le indicazioni del Concilio non sono state ascoltate e praticate. Così di fronte all’abbandono delle fede di molti, ci si ritrova ad essere meno ascoltati e più incapaci d’intessere un colloquio che permetta l’invito a credere” (“Il Regno-att.” n. 20, 2010, pp. 715-722)

Noi sogniamo una Chiesa finalmente libera dal plagio di una cultura utilitaristica e consumistica che ha inquinato tutto, e libera dalla paura che induce a posizioni di difesa e di ricerca di garanzie economiche, ideologiche, giuridiche, di potere e privilegio, che sono contrarie alla fiducia nello Spirito. Infatti “il vento soffia dove vuole [....] ma non sai di dove viene e dove va”(Gv 3,8).
Chiediamo di aprire su questi temi un reale e serio esame di coscienza e auspichiamo che altre voci si esprimano nella nostra città. Sappiamo che la Chiesa è anche piena di esempi e testimonianze evangeliche, ma è necessario che ad esse si accompagni la capacità di giudicare e di sviluppare riflessioni autocritiche.
Proponiamo perciò di condividere un itinerario di riflessione sottoscrivendo questa nostra lettera ed inviando contributi e commenti, frutto di riflessione personale e di gruppo. In particolare avvertiamo con urgenza la necessità di aprire un dibattito intorno ad alcuni nodi di fondo, tra i quali ci preme sottolineare le seguenti questioni:

  1. Chiesa e poteri: come ritrovare quel modello di Chiesa dei poveri, libera dal potere per l'annuncio del Vangelo, indicato nel Concilio?
  2. In quali forme elaborare e proporre oggi un giudizio evangelico sulla realtà?
  3. Quali resistenze da superare e quali vie da percorrere per realizzare una Chiesa plurale e sinodale?
Proponiamo quindi un incontro pubblico, lunedì 30 maggio (ulteriori dettagli saranno precisati in seguito), per un confronto, che possa essere soprattutto un momento di riflessione e condivisione sulle tematiche indicate. In esso vorremmo in particolare dare spazio ad alcune delle molteplici voci profetiche che ancora (r)esistono nella nostra chiesa ed anche alle voci di coloro che, di fronte ai troppi scandali, non smettono di gridare: “Sentinella, quanto resta della notte?” (Is 21,11).

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Per sottoscrivere la lettera invia un mail a letterachiesafiorentina@gmail.com indicando il tuo nome e cognome e la tua volontà di sottoscrivere la lettera oppure inserisci una commento a questo post con scritto: "Firmo anche io" e il tuo nominativo.
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Firme
Mario Batistini, Renzo Bonaiuti, Bruna Bocchini, Luca Brogioni, Francesca Brunori, Francesca Caderni, Pier Giorgio Camaiani, Mario Casini, Stefano Cecconi, Fabio Corti, Alessandra Daly, Cristina Ermini, Ugo Faggi, Lorenza Giani, Donata Graziani, Alessio Malpassi, Manuela Moschi, Serena Noceti, Gherardo Pecchioni, Annamaria Pizziolo, Andrea Poggi, Angela Protesti, Laura Ricciarelli, Marta Scheggi, Don Giorgio Tarocchi, Paola Ugolini, Alberto Zanobini


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